/ Chiesa in Ucraina / La Chiesa Greco-Cattolica Ucraina nella clandestinità:
Visita pastorale di Sua Santità Giovanni Paolo II in Ucraina    
23-27 Giugno 2001    
Chiesa in Ucraina

Uno sguardo al cristianesimo, in Ucraina nel XXI secolo
Le Chiese Ortodosse in Ucraina
Le Chiese Cattoliche di Ucraina
La Chiesa Greco-Cattolica Ucraina nella clandestinità
Una breve storia del cristianesimo in Ucraina
Gli eroi religiosi
Le guide del XX secolo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina
Santuari della Chiesa Ucraina Creco Cattolica
Il rito bizantino


La Chiesa Greco-Cattolica Ucraina nella clandestinità

Durante la dominazione polacca ed austriaca nell’Ucraina occidentale dal XVII al XX secolo, la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina godeva di una grande autorità tra il popolo ucraino. Di conseguenza, dopo l’occupazione sovietica, Stalin agì velocemente per abolire la Chiesa. L’11 aprile del 1945, il metropolita Josyf  Slipiy e il resto della gerarchia furono arrestati. La maggior parte dei vescovi morì conseguentemente in prigione.

Dopo aver fallito nel forzare ciascuno dei vescovi a rinunciare alla loro comunione con Roma, le autorità sovietiche convocarono un’assemblea di 216 sacerdoti sotto la minaccia di armi da fuoco. Il 9 e il 10 marzo del 1946 fu tenuto il cosiddetto “Sinodo di Lviv” nella Cattedrale di San Giorgio (cuore spirituale dell’Ucraina occidentale). L’Unione di Brest, il Sinodo con il quale la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina era formalmente venuta alla comunione con la Chiesa Cattolica Latina, fu revocato. La Chiesa fu forzatamente “riunita” alla Chiesa Ortodossa Russa.

Centinaia di sacerdoti, insieme a monaci, suore e fedeli laici, furono arrestati e deportati in campi di lavoro, in molti casi con le loro mogli ed i loro bambini. Tra il 1946 e il 1989 la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina era la comunità ecclesiastica illegale più grande del mondo. Essa era allo stesso tempo la più ampia struttura di opposizione sociale al sistema sovietico dentro all’URSS. Nonostante l’implacabile persecuzione, la vita della Chiesa continuò nelle catacombe attraverso l’opera di un sistema elaborato di seminari, monasteri, ministri, parrocchie e gruppi giovanili clandestini, finché la Chiesa non fu legalizzata il 1 dicembre del 1989.

La maggior parte della storia clandestina della Chiesa non era conosciuta pubblicamente durante i tempi sovietici. Ma l’Istituto di Storia della Chiesa di Lviv è stato creato nel 1991 per conservare la memoria di questa storia per le future generazioni. L’Istituto raccoglie interviste con i sopravvissuti della Chiesa clandestina e presenta le loro storie al mondo. Il suo archivio conta più di 1000 interviste ai protagonisti della Chiesa clandestina.



Ecco alcuni estratti presi dall’archivio del progetto di storia orale dell’Istituto di Storia della Chiesa:



"Gelerete fino a morire!"
da un’intervista a Maria Bashynska

Quando ero in Siberia, una volta ci raccontarono questa storia: c’erano tre suore, là in prigione. Erano aspramente perseguitate perché pregavano. E il comandante che era responsabile lì era qualcosa si terribile. Voleva che smettessero di pregare e che rinunciassero alla loro fede. Lasciami raccontare che cosa non stava per succedere! Così, lui le separò e mise ognuna di loro in una stanza diversa per qualche giorno. Ma loro non smisero di pregare. Allora disse: “Saranno 60 gradi sotto zero, voi andrete nel freddo e gelerete fino a morire!”

Un giorno la temperatura si abbassò a 60 sotto zero. I soldati erano infagottati in pesanti cappotti e scarpe di cuoio e in cappelli da inverno. Portarono fuori le suore, nel cortile delle baracche, a piedi nudi e in maniche di camicia e ordinarono che tutti i prigionieri stessero a guardare le suore che gelavano fino a morire. I prigionieri uscirono per vedere. C’erano cani vicino ai soldati, tre cani.

Il comandante aveva giurato che sarebbero gelate a morte in mezz’ora. Le suore si inginocchiarono a pregare il rosario. Mezz’ora passò. Loro non si gelarono. Continuavano a stare in ginocchio e tutte e tre pregavano a voce alta. Allora lui aizzò i cani su di loro per sbranarle. I cani si avventarono su di loro, circondando le suore. Ma ad un tratto si sdraiarono nella neve e scodinzolarono. Non fecero niente di male alle suore; si strusciavano a loro.

Ciascuno poteva vedere che i cani non avrebbero fatto nulla a loro, e i prigionieri cominciarono a gridare e a cantare “Lode a Dio!”. Quando i prigionieri cominciarono a cantare, le guardie dissero alle suore: “Tornate nelle vostre celle”. Le suore rientrarono e non ebbero più nessun fastidio, e da quel giorno in poi pregarono con la gente quanto vollero.

Maria Bashynska (Sr. Markiya, SSNDM) è nata nel 1917 nel villaggio di Hutysko, distretto di Zhovka, regione di Lviv,
(File P-1-1-215)

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Solo crackers?
da un’intervista a p. Mychaylo Holovatskiy

Le condizioni nei campi erano già un po’ migliorate, così che potevamo celebrare la liturgia durante il nostro tempo libero o di domenica. Non ce lo proibivano. I guardiani sapevano che non avevano il diritto di fermarci. Noi avevamo certi lavori che bisognava fare, ma quando avevamo finito potevamo celebrare la liturgia. Nessuno interferiva. E di domenica c’era una grande opportunità di celebrarla.

Come ci procuravamo il pane per la comunione? Avevamo il pane da casa, sempre secco. Non era molto, ma era il pane per la comunione. Erano cubetti seccati. Arrivava il pacco, la guardia lo apriva e domandava: “Che cos’è questa roba?”. Io rispondevo: “Crackers”. E, perché non mi facesse qualche problema, gliene davo un po’.

Ora il vino. Non ci permettevano di ricevere il vino, perché non era permesso nel campo bere alcool. Ricevevamo uva passa (le autorità della Chiesa ci avevano già permesso di usarla per il vino per la comunione). La mettevamo in una bottiglia con dell’acqua calda e dopo un po’ di tempo fermentava ed era un vino molto buono. Questo è il vino che usavamo per la Divina Liturgia.

Qualche volta avevamo cantori che cantavano i responsori alla Liturgia e qualche volta tutti rispondevano. Era facile cantare i responsori. I sacerdoti celebravano la Liturgia a memoria. Talvolta può darsi che tralasciassero alcune preghiere se succedeva che le dimenticassero. Ma in generale celebravano la Liturgia ogni tanto, la gente andava a confessarsi e riceveva la comunione. Non ci impedivano di fare questo.

P. Mychaylo Holovatskiy, nato nel 1907 nel villaggio di Stariy Zbarazh, regione di Ternopil, è già morto.
(File P-1-1-334)

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