/ Chiesa in Ucraina / Le guide del XX secolo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina / Il Metropolita Andrey Sheptytsky:
Visita pastorale di Sua Santità Giovanni Paolo II in Ucraina    
23-27 Giugno 2001    
Chiesa in Ucraina

Uno sguardo al cristianesimo, in Ucraina nel XXI secolo
Le Chiese Ortodosse in Ucraina
Le Chiese Cattoliche di Ucraina
La Chiesa Greco-Cattolica Ucraina nella clandestinità
Una breve storia del cristianesimo in Ucraina
Gli eroi religiosi
Le guide del XX secolo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina
Santuari della Chiesa Ucraina Creco Cattolica
Il rito bizantino


Il Metropolita Andrey Sheptytsky

Il Metropolita Andrey Sheptytsky (1901-44). Durante i suoi 44 anni di guida, egli condusse la Chiesa e la società ucraina attraverso due guerre mondiali e 7 cambiamenti di dominio politico: austriaco, russo, ucraino, polacco, sovietico, nazista e di nuovo sovietico. Era nato a Prylbychi, vicino a Lviv, il 22 luglio del 1865, da un’antica famiglia dell’aristocrazia ucraina che nel XIX secolo si era polonizzata, era divenuta latina e usava come sua lingua il francese. Nonostante la forte opposizione del padre, egli tornò alle sue radici per servire la Chiesa Greco Cattolica Ucraina, considerata cosa per contadini, come monaco basiliano.

Benedetto da straordinari carismi spirituali, all’età di 36 anni Sheptytsky divenne capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina. Lavorò instancabilmente per la riconciliazione tra gruppi etnici e lasciò un ricco patrimonio di scritti su questioni sociali e di spiritualità. Sviluppò moderne metodologie per il ministero pastorale, fondò gli ordini degli Studiti e dei Redentoristi ucraini, altre comunità religiose, un ospedale, il museo nazionale, l’Accademia Teologica e patrocinò varie istituzioni religiose, culturali ed educative.

Sheptytsky era un protettore di artisti, studenti, fra cui molti cristiani ortodossi, e un pioniere dell’ecumenismo. Imparò l’ebraico in maniera da poter parlare con gli ebrei. Durante le sue visite pastorali, si incontrava con le comunità ebraiche con la Torah. Ospitò centinaia di ebrei nella sua residenza e nei monasteri greco-cattolici durante l’occupazione nazista. Pubblicò la sua lettera pastorale “Non uccidere”, un forte grido contro le atrocità naziste. Morì il 1 novembre 1944 e il processo della sua beatificazione è a un buon punto.



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