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Visita pastorale di Sua Santità Giovanni Paolo II in Ucraina    
23-27 Giugno 2001    
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Il Papa chiede perdono ai Greci Ortodossi

Atene, Grecia, 4 maggio 2001 (Zenit. org). – In uno storico “mea culpa” dopo l’arrivo ad Atene, Giovanni Paolo II ha chiesto a Dio di perdonare i Cattolici per i peccati commessi contro i Cristiani ortodossi durante i loro mille anni di separazione.


07.06.2001 (13:45) // Servizio Religioso di Informazione di Ucraina
Fonte: zenit.org

   Il primo giorno del pellegrinaggio del Papa sulle orme di san Paolo era pieno di momenti ecumenici. Alla mattina, il Vescovo di Roma ha visitato Cristodoulos, Arcivescovo Ortodosso di Atene di tutta la Grecia. Nel pomeriggio, i due leaders hanno rilasciato una dichiarazione congiunta tra Cattolici e Ortodossi. Più tardi, l’Arcivescovo Cristodoulos ha reso visita al Papa alla Nunziatura apostolica, la rappresentanza vaticana ad Atene, come segno di gratitudine per questo storico evento.

  Al suo primo incontro con Cristodoulos, il Romano Pontefice ha chiarificato lo scopo della sua visita.

  “C’è chiaramente bisogno di un processo liberante di purificazione della memoria”, ha detto. “Per le occasioni passate e presenti nelle quali figli e figlie della Chiesa Cattolica hanno peccato in azioni e omissioni contro i loro fratelli e sorelle Ortodossi, possa il Signore concederci il perdono che imploriamo da Lui”.

  Giovanni Paolo II si è riferito espressamente all’evento che ha causato le principali ferite tra Cattolici e Ortodossi: la quarta crociata del 1204 che, invece di raggiungere la Terra Santa, finì a Costantinopoli.

  I Cattolici occidentali saccheggiarono la città, simbolo dell’Ortodossia, e si sforzarono di occupare la città e di imporre il rito latino e la giurisdizione latina alla Chiesa Bizantina.

  “Alcuni ricordi sono specialmente dolorosi, e alcuni eventi di un passato remoto hanno lasciato profonde ferite nel cuore del popolo fino ad oggi”, ha detto Giovanni Paolo II.

  “Penso al disastroso sacco della città imperiale di Costantinopoli, che era per così

  lungo tempo bastione del cristianesimo in Oriente”, ha continuato. “E’ tragico che gli assalitori, che avevano dichiarato di voler assicurare un libero accesso per i cristiani in Terra Santa si siano volti contro i loro fratelli nella fede. Il fatto che fossero cristiani latini riempie i cattolici di profondo dolore.

  “Come possiamo non vedere qui il ‘mysterium iniquitatis’ operante nel cuore umano? A Dio solo appartiene il giudizio e perciò noi affidiamo il pesante fardello del passato alla sua misericordia senza fine, implorandolo di guarire le ferite che ancora causano sofferenza nello spirito del popolo greco.”

  Ha aggiunto: “Dobbiamo lavorare insieme per questa guarigione se l’Europa che ora emerge deve tener fede alla sua identità che è inseparabile dall’umanesimo cristiano condiviso dall’Oriente e dall’Occidente”.

  Il Papa ha affermato che la riconciliazione tra gli Ortodossi e i Cattolici è possibile. Ha ricordato che nel 1965, in un’azione congiunta di Papa Paolo VI e del Patriarca di Costantinopoli si cancellarono le sentenze di scomunica tra Roma e Costantinopoli.

  “Questo storico gesto si staglia come un appello per noi a lavorare sempre più frequentemente per l’unità che è volontà di Cristo”, ha detto Giovanni Paolo II. “La Chiesa Cattolica è convinta che essa deve fare tutto ciò che è in suo potere per preparare la strada al Signore e per rendere sicuri i suoi passi; ed essa comprende che questo deve essere fatto in compagnia degli altri cristiani, in dialogo fraterno, in cooperazione e preghiera”.

  Più tardi, in uno storico inizio all’Areopago, l’Arcivescovo Greco Ortodosso e il Papa hanno pronunciato insieme una dichiarazione. Il documento inizia con il riconoscimento della successione apostolica del Vescovo di Roma e dell’Arcivescovo Ortodosso di Atene e si riferisce alle Chiesa Cattolica e alla Chiesa Ortodossa come Chiese sorelle.

  “Condanniamo ogni ricorso alla violenza, al proselitismo e al fanatismo in nome della religione”, afferma il documento. “Affermiamo soprattutto che le relazioni tra cristiani, in tutte le loro manifestazioni, dovrebbero essere caratterizzate da onestà, prudenza e conoscenza degli argomenti in questione”.

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